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Rarefazione ossea

Rarefazione ossea


La rarefazione ossea è un responso radiologico con il quale si identifica comunemente un’area dei mascellari dove l’osso appare ridotto di densità. Questo problema potrebbe essere riferito all’area parodontale e, a seconda delle situazioni, può essere considerata una rarefazione ossea periapicale o parodontale. Quando si parla di rarefazione ossea periapicale dente si fa riferimento a una infezione cronica come il granuloma che causa la morte della polpa dentale, ovvero la parte interna del dente dove sono contenute le terminazioni nervose. Bisogna anche chiarire che la perdita di uno o più denti potrebbe causare molti problemi al cavo orale in quanto causerebbe il movimento dei denti e potrebbe anche dare avvio ad alcune patologie come il bruxismo, ovvero il digrignamento inconsapevole dei denti. Quando manca un dente viene colpito soprattutto l’osso alveolare ed è importante rivolgersi il prima possibile da un dentista per capire possibili trattamenti.

Rarefazione ossea: di cosa si tratta

Per affrontare seriamente il problema della rarefazione ossea denti è bene anche approfondire qualcosa in più sul granuloma dentale, una reazione infiammatoria del nostro organismo che serve a impedire che batteri e tossine possano diffondersi nel resto del corpo. Quando ci si trova a fronteggiare un granuloma dentale occorre andare il prima possibile dal dentista altrimenti la perdita del dente diventerà una possibilità concreta. E’ abbastanza semplice per un dentista riuscire a riconoscere il granuloma dentale mediate una radiografia in quanto si presenta come un’area scura che viene anche detta rarefazione ossea e tende a manifestarsi e formarsi specialmente intorno all’apice di una o più radici. Se non si farà nulla per fronteggiare questa patologia, la rarefazione ossea di espanderà sempre di più diventando visibile alle radiografie. Ma come mai i granulomi si formano? La risposta va ricercata nei prodotti tossici dei batteri e della necrosi pulpare che rimangono nei canali radicolari non correttamente ripuliti dal dentista. Insomma, se si sospettasse di soffrire di rarefazione ossea bisognerà quanto prima contattare il proprio dentista per richiedere una pulizia completa dei canali radicolari e rimuovere i residui necrotici della polpa.

Il dentista procederà poi in un secondo tempo con l’otturazione con materiale biocompatibile mentre la guarigione, di solito, avverrà entro i successivi 8-12 mesi. Il volume della cosiddetta area di rarefazione ossea può essere molto variabile e può presentarsi come un inspessimento del legamento parodontale. Trattare i denti che hanno una necrosi pulpare è ormai possibile senza troppi problemi negli studi dentistici professionali, diverso è il discorso per i denti che hanno una lesione periapicale. Il consiglio comunque è sempre quello di prenotare periodicamente una visita di controllo presso il dentista anche perché può capitare di avere un granuloma dentale da anni senza saperlo. Meglio quindi non prendere questo problema sottogamba per nessun motivo.

Rarefazione ossea periapicale dente: le cause e i rimedi

In ambito odontoiatrico, come abbiamo già accennato, la rarefazione ossea denti indica una situazione specifica in cui l’osso che circonda l’apice della radice risulta rarefatto. In sostanza l’osso ha perso gran parte della sua consistenza e non sarà così semplice per il dentista riuscire a distinguere tra un granuloma, una cista o una parodontite periaplicale. In questi casi comunque la terapia che viene utilizzata da parte dei dentisti è abbastanza la stessa salvo la presenza di tasche parodontali. La radice del dente è infatti piena di microbi che tendono a inviare fuori nell’osso le tossine a cui l’organismo risponde con formazione cistica o di granuloma proprio per impedire che l’infezione possa espandersi nelle aree circostanti. Per curare in modo efficace la rarefazione ossea, così come per quanto riguarda il granuloma dentale, spesso si ricorre alla devitalizzazione del dente. Se il dente risultasse essere già stato devitalizzato in passato ecco che il dentista dovrà valutare un ritrattamento, ovvero una nuova cura canalare. Non sempre però il ritrattamento è possibile, quando il dente risulta essere già troppo indebolito o quando, ad esempio, ci sono dei perni cementati alla radice, di solito si ricorre all’apicectomia, un intervento di chirurgia endodontica che consiste nel praticare una piccola incisione sulla gengiva del dente trattato per scoprire l’apice dentale e rimuovere finalmente il granuloma dentale in modo definitivo.

Il granuloma, se presente, può rimanere in silenzio anche per lungo tempo e senza sintomi. Questo significa che molti pazienti si accorgono del granuloma solo dopo aver eseguito dei controlli radiografici periodici. Dopo aver accertato la presenza della rarefazione ossea e del granuloma bisognerà procedere alla sua rimozione. Perché rimuoverlo? Semplice, se le difese immunitarie del paziente si abbassano i batteri possono passare nel circolo ematico e raggiungere altre parti del corpo vitali come i reni, il fegato e il cuore. Se si soffre di rarefazione ossea a seguito di granuloma, il granuloma andrà rimosso il prima possibile con ritrattamento canalare, come abbiamo visto, apicectomia o estrazione dentale. Quest’ultima soluzione è considerata l’extrema ratio qualora i due trattamenti succitati fallissero.
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