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Impianto dentale quando manca l'osso

Impianto dentale quando manca l'osso


Non sempre è possibile posizionare degli impianti dentali in caso di insufficienza ossea nella mascella o nella mandibola del paziente. E’ però comunque possibile posizionare l’impianto dentale quando manca l’osso, grazie alla rigenerazione ossea. In determinate situazioni può capitare di aver perso una grande quantità di osso dentale, in questi casi il dentista dovrebbe eseguire una rigenerazione ossea così che il trattamento abbia molte più probabilità di successo. Inserire un impianto dentale quando manca l’osso quindi è possibile ma bisognerà sempre tenere ben presente che, in assenza di una base ossea sufficiente, aumenterà la possibilità di insuccesso. Esistono delle tecniche avanzate di innesto e rigenerazione ossea che consentono l’inserimento di impianto dentale quando manca l’osso.

Le cause della perdita ossea

Di solito la mancanza di osso dentale mascellare superiore o inferiore è dovuta prevalentemente alla mancata sostituzione dei denti mancanti con impianti dentali. In questi casi infatti l’osso si riduce per via degli spazi esistenti tra i denti. Altra causa della perdita ossea è ad esempio una parodontite avanzata. Questa tipologia di malattia, se non trattata adeguatamente e per tempo, potrebbe portare alla retrazione dell’osso e delle gengive. Inoltre l’attrito di protesi inadatte sul palato alla lunga potrebbe consumare l’osso. Tutti questi fattori determinano la perdita di altezza, larghezza e densità dell’osso rendendo molto difficile il posizionamento di impianti dentali nell’osso mascellare. Inserire un impianto dentale quando manca l’osso può essere complicato, anche per questo bisogna ascoltare le raccomandazioni degli esperti. Ad esempio al fine di evitare il riassorbimento osseo si dovrebbero sostituire quanto prima i denti mancanti con impianti dentali.

Come mettere gli impianti dentali con poco osso

Ma come fare in concreto a inserire un impianto dentale quando manca l’osso? Ad esempio con un innesto osseo, un intervento che consente di aggiungere un po' di osso nelle zone in cui ve n’è necessità. Si prenderà una piccola porzione di osso da un’altra parte del corpo, di solito mento o anca, e verrà posizionato nel sito dove si andrà ad inserire l’impianto dentale. L’innesto sarà anche possibile utilizzando un osso di origine animale evitando così di doverlo per forza ricavare dal corpo del paziente. Attenzione però perché se ci si deve sottoporre a un innesto osseo bisognerà tener presente che i tempi di recupero potrebbero essere molto più lunghi rispetto a un intervento di implantologia dentale standard.

Il periodo di guarigione dipenderà da vari fattori tra cui la tipologia di innesto, la quantità di sangue nella zona dell’innesto, l’età del paziente e il suo stato di saluto al momento dell’inserimento dell’impianto dentale quando manca l’osso. Spesso si procede con un rialzo di seno che consiste nel sollevare una delle cavità poste nella zona posteriore della mascella a cui verrà aggiunta una porzione di osso, biologico o artificiale. Così facendo sarà possibile aggiungere uno spessore che sarà sufficiente per avvitare l’impianto dentale. Altra tecnica utilizzata per gli impianti dentali quando manca osso è quella dell’espansione della cresta ossea. Capita infatti che l’osso si riassorba in modo orizzontale e in questi casi l’espansione della cresta ossea è il modo migliore per creare le condizioni ideali per inserire un impianto.

Vi è poi anche la cosiddetta distrazione osteogenetica, una tecnica utilizzata in diversi campi della chirurgia che consiste nel dividere l’osso in due parti che vengono poi distanziate progressivamente da un dispositivo. Col passare del tempo nello spazio tra i due monconi si forma e si deposita nuovo osso che sarà pronto per accogliere un nuovo impianto dentale. Ecco quindi che inserire un impianto dentale quando manca l’osso diventa una possibilità concreta se lo specialista decide di seguire una di queste tecniche.

I rischi dell’aumento osseo

Inserire impianti dentali senza osso diventa quindi possibile usando tecniche di rigenerazione ossea. Bisogna però anche sapere che aggiungere osso per un'implantologia dentale potrebbe esporre il paziente ad alcuni rischi che vanno dal sanguinamento fino al gonfiore, al dolore e alle infezioni. Dopo l’intervento di implantologia inoltre permarrà anche il rischio di perdere ancora l’osso. Esistono infatti delle patologie come la perimplantite che possono attaccare i tessuti intorno agli impianti e consumare l’osso che era stato aggiunto in precedenza. La cosa migliore da fare per evitare queste conseguenze negative è mantenere sempre una buona igiene orale e prenotare delle sedute di pulizia dentale professionale dal dentista. L’aumento dell’osso è una operazione che ha una alta percentuale di successo, secondo alcuni studi infatti l’innesto osseo per impianti dentali ha una percentuale di successo che oscilla tra il 74% e l’85%.

Insomma quando si parla di inserire un impianto dentale quando manca l’osso si dovrà pensare seriamente alla rigenerazione ossea, una procedura chirurgica che consentirà di ricostruire l’osso così da rendere di nuovo possibile l’inserimento dell’impianto. Il paziente dovrà sottoporsi ad alcuni esami e poi il dentista procederà con la rigenerazione utilizzando membrane in collagene ed osso sintetico oppure con materiale prelevato da altre zone donatrici.
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